ChatGPT Atlas: Open AI dichiara guerra a Google Chrome

Il browser di OpenAI che chiude il cerchio dell’IA generativa

Quando solo poche ore fa scrivevo “L’IA generativa non è più solo una chat”, la sensazione era chiara: stavamo entrando in una fase nuova, dove l’intelligenza artificiale smette di essere un’app da aprire e diventa parte del nostro ambiente digitale.

Ecco, oggi quel passaggio è concreto: OpenAI lancia ChatGPT Atlas, un browser nativo con l’IA integrata nel suo cuore.
Non è un’estensione o una barra laterale: è un browser costruito attorno a ChatGPT, con funzioni IA integrate a livello di esperienza d’uso.
Un passo che sposta l’attenzione dall’interazione alla integrazione, con implicazioni tecniche ed economiche enormi.

🎧 Per i più pigri ho realizzato, come di consueto, un videopodcast automatico tramite le funzionalità di NotebookLM.

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Un contesto che vale miliardi

Negli ultimi due anni OpenAI ha dominato la scena dei chatbot AI con ChatGPT, ma restava un nodo: l’IA viveva “fuori” dal flusso web.
Con Atlas, l’azienda entra nel mercato dei browser — un settore da oltre 4 miliardi di utenti e controllato per il 65% da Google Chrome.
È un passaggio strategico: non si tratta solo di esperienza d’uso, ma di presidio dell’attenzione, dei dati e della pubblicità.

Reuters segnala che il lancio di Atlas ha fatto scendere le azioni Alphabet del 3,8%, proprio per il rischio di erosione del monopolio di Chrome. A dire il vero Le azioni Alphabet sono calate tra il 2% e il 2,4% alla chiusura, con un picco temporaneo del 4,8% durante la giornata! Ma tant’è che l’effetto si è visto.

Atlas utilizza la stessa tecnologia di base di Chrome (chiamata Chromium), ma con una differenza fondamentale: ChatGPT è integrato in ogni aspetto della navigazione, non è un semplice componente aggiunto, ma un browser IA-native con agenti AI capaci di eseguire azioni complesse sul web.

Cosa cambia davvero

Rispetto agli altri player citati nel mio precedente articolo, Comet (Perplexity AI), Dia (The Browser Company), Neon (Opera), Edge+Copilot, Brave+Leo, Atlas compie un salto qualitativo perchè integra l’intelligenza artificiale nella sua struttura fondamentale, non come funzione aggiuntiva. L’Agent Mode permette all’IA di compiere azioni concrete — aprire schede, compilare moduli, estrarre informazioni — mentre la funzione Memory ricorda le tue preferenze e i siti visitati per offrire un’esperienza personalizzata nel tempo.

Installazione e primi passi

Attenzione!: al momento Atlas è disponibile solo per macOS. Le versioni Windows, iOS e Android sono dichiarate in arrivo.

Come installarlo

  1. Scarica Atlas da chatgpt.com/atlas.
  2. Apri il file .dmg e trascina l’app nella cartella Applicazioni.
  3. Accedi con il tuo account ChatGPT.
  4. (Opzionale) Importa segnalibri e password dal browser precedente.
  5. Imposta la privacy: puoi attivare o disattivare la memoria del browser e le sessioni incognito.

Come iniziare

  • Apri una pagina qualsiasi e usa la sidebar:
    Riassumi questa pagina in 5 punti”, “Mostrami i dati chiave”, “Crea un post LinkedIn da questo contenuto”.
  • Se hai un piano Plus o Pro, prova l’Agent mode:
    “Apri tre articoli recenti su Atlas, estrai i titoli e genera una tabella di confronto”.
  • Attiva la modalità scrittura assistita: puoi riscrivere testi o moduli senza uscire dal sito (verificare caso per caso, non dare per scontato che funzioni in tutti gli ambienti aziendali o domini).
    Diciamo che l’innovazione c’è, ma il prodotto è ancora in fase di messa a punto: non tutte le funzionalità funzionano perfettamente in ogni situazione.

Un browser che pensa (e ricorda)

Atlas porta con sé la funzione “Memory”: l’IA può ricordare schede, preferenze e contesti di navigazione per offrirti continuità.

Attenzione: la memoria è opzionale. Disattivala se gestisci dati sensibili o account aziendali.

L’integrazione tra IA e navigazione apre scenari interessanti:

  • analisi in tempo reale di report e dati,
  • riassunti automatici di articoli,
  • creazione di contenuti direttamente sul web,
  • automazioni multi-step nel browser.

Ma apre anche nuove domande sulla privacy:
Chi controlla i dati di navigazione? Quanto sono tracciabili le interazioni con l’IA?
Temi che richiederanno presto regolamentazione specifica.

La ‘promo’ che accompagna il rilascio

OpenAI offre un incentivo temporaneo per provare Atlas: se lo imposti come browser principale per 7 giorni consecutivi, avrai temporaneamente limiti di utilizzo più alti per ChatGPT (più richieste e sessioni più lunghe) Axios.
L’offerta vale per tutti gli utenti (gratuiti e a pagamento), ma solo se usi ChatGPT dentro Atlas, non nelle app o nel sito web standard.

Ma cosa significa in pratica?
Di fatto, è un’occasione per testare Atlas senza vincoli: puoi valutare quanto cambia il tuo flusso di lavoro con ChatGPT integrato nel browser, senza pagare di più.
Ma va chiarito: non è un abbonamento gratuito esteso, è un periodo di prova con potenziamento temporaneo.

E qui mi sbilancio nell’analizzare criticamente la natura di questa promozione, che può essere interpretata anche come una strategia di retention per OpenAI. L’obiettivo dichiarato è incentivare l’adozione di Atlas come ambiente predefinito, piuttosto che limitarsi a premiare gli utenti. Tale approccio solleva interrogativi sulla sua sostenibilità a lungo termine.

In questo contesto, è interessante considerare proposte simili, come quella di Perplexity, che offre un anno di abbonamento Plus grazie a partnership commerciali con aziende come Tim o PayPal. Tuttavia, tali iniziative si scontrano con la percezione di un prezzo eccessivo per gli utenti che impiegano i chatbot per scopi personali e non professionali.

È plausibile che una svolta nel settore possa derivare da aziende come Google o MetaAI, che adottano modelli di business differenti, basati sulla raccolta pubblicitaria, a differenza dell’attuale modello di OpenAI. Il lancio di AIMode su Google potrebbe potenzialmente consentire l’interazione illimitata del chatbot nativo all’interno del browser, grazie al supporto di entrate pubblicitarie. La mia, tuttavia, è solo una mera ipotesi.

Sicurezza cosa sapere

L’impatto sulla sicurezza legato al nuovo browser Atlas di OpenAI è al centro di un intenso dibattito, come dimostrato dall’hype e dalle discussioni sui social di queste ore.

Rischio accesso alle credenziali e Keychain

Uno dei punti più critici rilevati riguarda la richiesta di accesso al “Keychain” su macOS, cioè al sistema che protegge le password e le chiavi di sicurezza degli utenti. Alcuni utenti e analisti considerano questa feature potenzialmente pericolosa: concedere l’accesso implica mettere le proprie credenziali nelle mani di un sistema gestito da AI, per cui un eventuale exploit potrebbe compromettere dati molto sensibili.​​

Vulnerabilità: Prompt injection e agentic browsing

Atlas presenta rischi di sicurezza specifici legati alle sue funzionalità avanzate. Il principale riguarda i cosiddetti “prompt injection”: istruzioni nascoste nelle pagine web che potrebbero ingannare l’intelligenza artificiale facendole compiere azioni non autorizzate

In pratica: potresti visitare un sito apparentemente innocuo che contiene comandi nascosti (invisibili a te, ma leggibili dall’IA). L’intelligenza artificiale potrebbe essere indotta a leggere informazioni da altre schede aperte, come l’home banking o la posta elettronica.

Raccomandazioni e contromisure

  • Non utilizzare Atlas per operazioni critiche (come accesso a servizi bancari o gestione di dati sensibili), finché le modalità di protezione non saranno più consolidate.​​
  • OpenAI raccomanda l’uso della modalità agent in versione “logged out”(ovvero senza credenziali memorizzate) per ridurre il rischio che l’AI possa accedere a dati riservati.​
  • Le memorie di navigazione (“browser memories”) e la sincronizzazione delle sessioni espongono l’utente a ulteriori rischi di tracciamento e furto di informazioni, sebbene sia possibile limitare o disabilitare queste funzioni.​

Opinione degli esperti e trend

Il team di sviluppo del browser Brave evidenzia come la vulnerabilità trovata nei browser AI sia sistemica e non limitata ad Atlas: finché esisteranno sistemi agentici che possono ricevere input dalla pagina web, i rischi di prompt injection resteranno. Diverse fonti auspicano una urgente evoluzione delle pratiche di sicurezza e una migliore trasparenza verso gli utenti sulle conseguenze delle autorizzazioni.​​

Atlas è una piattaforma innovativa ma ancora vulnerabile ai principali vettori di attacco tipici dei browser AI. I rischi più rilevanti riguardano la gestione delle credenziali e la possibilità di prompt injection. È consigliabile non affidare dati sensibili alla piattaforma, utilizzare impostazioni conservative e attendere che la security maturity raggiunga livelli più elevati prima di impiegarla in contesti cruciali.

Miei suggerimenti:

  • Non usare Atlas per operazioni bancarie o dati sensibili.
  • Disattiva Memory se lavori su account aziendali.
  • Controlla Agent Permissions e limita l’accesso a moduli solo ai siti fidati.
  • Abilita la conferma esplicita per ogni azione sensibile dell’agente.

Prova su strada: la mia esperienza

Ho testato Atlas in una sessione di lavoro tipica: ricerca, lettura, scrittura di un pezzo. Il vantaggio immediato è stato la continuità: non servono più passaggi tra browser e chatbot. In un’unica interfaccia, l’IA riassume pagine, suggerisce riscritture e organizza i link.

In media ho stimato un risparmio del 35% di tempo nella preparazione del materiale, ma ho notato anche limiti:

  • l’Agent mode (VEDI BONUS PACK IN APPENDICE) non sempre interpreta bene le istruzioni complesse;
  • alcune pagine dinamiche (dashboard, moduli interattivi) non vengono gestite;
  • su siti in lingua italiana, la traduzione automatica è ancora un po’ rigida.

Conclusione parziale: il potenziale è enorme, ma serve ancora lavoro di adattamento linguistico e semantico. Per ora, Atlas è un assistente eccellente, non ancora un agente pienamente autonomo.

Le mie prime impressioni

Punti di forza

  • Esperienza fluida, zero attrito tra ricerca e scrittura.
  • Ottima integrazione con ChatGPT Plus.
  • Design pulito, coerente con lo stile OpenAI.

Punti critici

  • Solo MacOS, per ora. Anche se per me non è un problema.
  • Memoria da gestire con cautela.
  • “Effetto lock-in”: entrare nell’ecosistema OpenAI può rendere più difficile tornare indietro.

Come formatore e divulgatore, mi interessa soprattutto il cambiamento culturale. Il browser, infatti, non è più solo un “mezzo” per accedere al web, ma diventa strumento cognitivo. Un’estensione della mente, capace di ricordare, sintetizzare e agire.

Uno sguardo avanti: il futuro dei browser AI

Atlas è l’ennesimo esempio maturo di “browser-assistente” e visto che è rilasciato da OpenAI, ci mancherebbe anche altro che non fosse ‘maturo’ e dunque concorrenziale!
Ne seguiranno altri, perché il trend è ormai tracciato:

  • Perplexity AI spinge sul browser-motore di risposta.
  • Google Gemini integrerà la ricerca generativa direttamente in Chrome.
  • Brave Leo punta su privacy e IA locale.

eMarketer stima che entro il 2026 il 40% delle sessioni web sarà “assistito” da IA integrata nel browser. E non mi sembra cosa da poco.

Per i professionisti della conoscenza, questo significa:

  • imparare a collaborare con gli agenti IA,
  • ripensare i processi di ricerca e validazione delle fonti,
  • gestire privacy e dati personali come competenza chiave.

Conclusione: tra efficienza e responsabilità

Atlas è una delle mosse più ambiziose di OpenAI dopo ChatGPT (l’altra potrebbe essere l’hardware di cui si mormora da tempo).
Porta la conversazione dentro la navigazione e apre una nuova stagione dell’IA generativa. (Nei prossimi anni, gli analisti prevedono che il 40% delle navigazioni web sarà assistita da intelligenza artificiale integrata nei browser).

Ma come ogni innovazione, chiede spirito critico.
Non dobbiamo limitarci all’entusiasmo per le automazioni: serve vigilanza su privacy, bias e controllo umano. L’IA diventa utile quando amplifica la nostra capacità di capire, non quando la sostituisce.

È il principio che dovrebbe guidare ogni professionista nel rapporto con strumenti come Atlas.

🎁 BONUS PAK — AGENT MODE

⚙️ Come si attiva l’Agent Mode in Atlas

L’Agent Mode è la funzione che permette a ChatGPT di agire nel browser: aprire schede, navigare, cliccare link o compilare moduli sotto tua supervisione.
È la differenza fra un assistente che “risponde” e uno che “opera”.

🧭 1. Verifica i requisiti

  • Devi avere un piano Plus, Pro o Business.
  • Aggiorna Atlas all’ultima versione (solo macOS, per ora).
  • Accedi con il tuo account OpenAI / ChatGPT.

📎 Fonte: OpenAI Help Center — Using Ask ChatGPT & Agent Mode

🪄 2. Apri la Sidebar “Ask ChatGPT”

  • Clicca sull’icona di ChatGPT nella barra laterale destra.
  • Se non appare, attivala da View → Sidebar → Ask ChatGPT.
  • Si aprirà il pannello con la chat integrata, sempre accessibile mentre navighi.

🧩 Pro tip: puoi bloccare la sidebar su “Auto-open” così resta attiva in ogni tab.

🔘 3. Attiva l’Agent Mode

  • Nella barra superiore della chat, clicca il menu a tre puntini (⋮) accanto al nome del modello.
  • Seleziona “Enable Agent Mode”.
  • Apparirà un badge o una notifica “Agent mode ON”.
  • Da questo momento l’assistente può interagire con il browser (nei limiti che approvi).

⚠️ Se non vedi l’opzione:

  • L’account potrebbe non essere ancora abilitato (rollout graduale).
  • Aggiorna il browser o riavvia.
  • Controlla che l’opzione Agent Mode Preview sia attiva in Settings → Labs.

🧠 4. Descrivi il task

Esempi pratici:

  • “Apri tre articoli recenti su AI browser e fammi un confronto in tabella.”
  • “Scarica i report PDF di questo sito e mostrane i titoli.”
  • “Organizza le schede aperte per tema e chiudi quelle duplicate.”

L’agente esegue le azioni passo-passo, mostrandoti i progressi nella sidebar.

🛑 5. Monitora e interrompi

In ogni momento puoi:

  • Premere Stop nella chat.
  • Chiudere la scheda per terminare il processo.
  • Controllare il registro delle azioni (“Actions log”) nel pannello laterale.

🧩 Consiglio: usa prompt chiari e brevi — ogni “azione” è un blocco autonomo; l’agente non ragiona su intenzioni vaghe come un umano.

🔒 6. Gestisci privacy e permessi

  • Vai in Settings → Privacy → Agent Permissions.
  • Decidi se consentire accesso a:
  • schede e URL aperti
  • moduli e input (limitato ai siti consentiti)
  • download o scraping di dati

Ogni volta che l’agente tenta un’azione sensibile, comparirà una finestra di conferma.

📎 Fonte: help.openai.com — Privacy in Atlas

🧩 7. Disattiva quando vuoi

  • Menu ⋮ → Disable Agent Mode
  • Oppure chiudi completamente la sidebar.
    L’agente smette di interagire ma la chat resta disponibile come in una normale sessione ChatGPT.

💬 In sintesi

🎯 Perché usarlo (e quando no)

Sì, utile se:

  • lavori con molte schede o ricerche ripetitive;
  • vuoi automatizzare raccolte di link o riassunti web;
  • crei flussi formativi o consulenziali basati su fonti online.

No, o con cautela se:

  • gestisci dati sensibili o aree login aziendali;
  • il sito usa form complessi o autenticazioni esterne;
  • vuoi controllo totale su ogni click (l’agente può “interpretare” liberamente).

Note tecniche:
Questo post è stato scritto utilizzando il browser di Atlas e interrogando
Perplexity e Claude.ai, sull’output dei quali si è proceduto alle correzioni utilizzando prima un Gem di Gemini e successivamente gli strumenti di scrittura di Apple Intelligence.

L’immagine in testa all’articolo è stata prodotta con prompt mirato da ChatGPT, così come le infografiche.

Le varie immagini che accompagnano questi articoli, la newsletter e i post sui social vengono scelte in base all’interpretazione della mia creatività da parte dei vari strumenti: Copilot, Gamma, Claude.ai o ChatGPT.

Ora puoi seguire anche il podcast generato automaticamente dall’AI di NotebookLM che si basa sugli articoli di questo blog sia su Apple che su Spotify, oppure su Youtube.

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Ti ricordo che tutti i testi sono volutamente scritti con l’ausilio dell’IA generativa, ma basati su specifiche istruzioni che individuano e circoscrivono gli argomenti trattati. Se trovi degli errori o hai dei dubbi sui risultati prodotti, scrivilo nei commenti agli articoli.

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